Nella mattinata di ieri, martedì 11 marzo, si è svolto un incontro tra gli studenti della Scuola Leonardo Da Vinci con il Sassuolo Calcio nell’ambito del Progetto Scuole di Generazione S.
Circa 125 alunni, divisi in due turni, hanno potuto confrontarsi con Giacomo Satalino e Borna Knezovic sulla tematica di “Binomio Studio – Sport”.
La mattinata è iniziata con lo psicologo dello sport Andrea Menozzi che insieme ai ragazzi della scuola si è confrontato sull’importanza dello studio e dell’impegno nello sport, alternando concetti importanti teorici a curiosità che i giovani studenti hanno potuto chiarire grazie a Satalino e Knezovic.
Alla domanda “Come sei diventato calciatore? E com’è la vita da professionista?”, Giacomo Satalino ha risposto così: “Ho iniziato a giocare a 9 anni, sono sempre stato attirato dalle partite di calcio, per me è una passione. Fare il calciatore è un privilegio, ma per molti aspetti è un lavoro come gli altri. Arrivare ad alti livelli non è facile, ci vuole dedizione. Alla vostra età, però, non bisogna porsi questo obiettivo: bisogna cercare di divertirsi e impegnarsi al massimo, quello che arriva è una conseguenza”.
Anche Knezovic, centrocampista della Primavera, ha raccontato la sua esperienza: “In Croazia praticamente ad ogni bambino viene regalato un pallone quindi è normale iniziare con il calcio. Siamo persone normali, se diventiamo famosi è perché lo sport che facciamo è molto seguito. In Croazia facevo scuola e calcio ogni giorno, seguire entrambe le cose è stato difficile ma molto importante per poter crescere. Arrivato in Italia ho fatto due anni online ed è stato più gestibile, poi mi sono diplomato”.
Quando interrogati sulle difficoltà che si possono presentare in carriera, il portiere ha risposto così: “Gli infortuni ti segnano perché ti costringono fuori dal campo: mi sono operato al gomito nel 2019 e poi mi sono lussato un dito, ma da queste situazioni dure si impara sempre qualcosa. Anche quando perdi, non è mai facile: è importante trovare un insegnamento in ogni cosa, capire cosa non è andato per migliorarlo“.
Knezovic ricorda lo stop arrivato nei suoi primi giorni in Italia: “Dopo un mese che sono arrivato al Sassuolo mi son fatto male al ginocchio e sono dovuto stare fermo 6 mesi. Queste situazioni rischiano di abbatterti ma ho saputo tenere duro e insistere, senza mollare. Così come dopo le sconfitte bisogna dimenticare e pensare alla prossima partita, anche negli infortuni bisogna essere lucidi e concentrarsi sul recupero e sul rientro in campo“.
Questo è stato l’ottavo e ultimo incontro nel Progetto Scuole di Generazione S con il Sassuolo Calcio e le scuole medie.