Questa mattina, martedì 4 marzo, si è svolto nella sala stampa del Mapei Football Center un incontro con gli studenti di alcune scuole di Sassuolo nell’ambito del Progetto Scuole di Generazione S.
Primi ad avere questa opportunità i 100 alunni della scuola Parco Ducale, che hanno potuto confrontarsi con Pedro Obiang e Cecilia Prugna sulla tematica di ‘’Binomio Studio – Sport’’; successivamente è stato il turno degli 80 studenti delle scuole Cavedoni.
I due incontri sono stati introdotti dallo psicologo dello sport Andrea Menozzi, che ha ribadito l’importanza dello studio e dell’impegno nello sport, alternando concetti teorici alle domande che i giovani alunni hanno rivolto a Obiang e Prugna. A seguire, gli studenti hanno avuto l’opportunità di assistere ad una parte dell’allenamento della Prima Squadra Femminile.
Pedro Obiang ha parlato così dei suoi inizi di carriera: “Sono il più giovane di una famiglia numerosa, uno dei miei fratelli giocava era un calciatore molto promettente, ma ha avuto problemi ad un ginocchio e sfortunatamente non poteva operarsi, così mi sono promesso di diventare un professionista. A 12 anni sono passato all’Atletico Madrid e vivevo da solo ad un’ora e mezza dal campo: mi ricordo ancora che chi saltava la scuola non si poteva allenare. A 15 anni, poi, mi sono trasferito in Italia per giocare alla Sampdoria”.
Anche Cecilia Prugna ha ricordato i primi passi nel calcio: “Ho iniziato a giocare a 7 anni, con i maschi: qualche volta venivo presa in giro ma sapevo farmi rispettare in campo e a fine partita mi facevano i complimenti, il calcio è uno sport democratico. Non è facile sentire queste cose, la mia voglia di giocare però era più grande e avevo il supporto dei miei compagni. Anche i miei genitori mi hanno sempre supportata, so che non è stato così per tutte: adesso è bello vedere che tante ragazze hanno la possibilità di giocare”.
Alle domande sulle difficoltà affrontate, Obiang ha risposto così: “Ho pensato di smettere quando ho avuto un problema al cuore, ma il Sassuolo mi è rimasto vicino e mi sono convinto a rimanere. Nello sport come nella vita è normale che si facciano degli errori, io ho imparato tantissimo grazie agli errori e continuo a farlo anche ora: so che non devo più reagire come facevo da giovane, devo ricordarmi che la partita non finisce in quel momento. È fondamentale continuare a cercare di fare meglio fin da subito, dal passaggio successivo.”
“Arrivare in Serie A era un sogno, realizzarlo è stato qualcosa di sorprendente. Ho dovuto lavorare duramente e superare momenti difficili, ma in un contesto così bello come il Sassuolo ce l’ho fatta”, così Prugna parlando degli ostacoli di una calciatrice. “Situazioni come quelle che mi sono capitate quando ero agli inizi mi hanno resa più forte. La costanza è una delle abilità necessarie per realizzare i propri sogni; trovare le motivazioni nei momenti difficili, come le sconfitte, è fondamentale perché ci aiuta a capire quanto vogliamo raggiungere l’obiettivo”.
Il progetto continuerà nei prossimi giorni con altri istituti del territorio.